La stretta di mano è parte essenziale del saluto nella vita professionale, come lo è l’abbraccio tra parenti o amici intimi. Da quando stiamo vivendo questa situazione d’emergenza causata dalla pandemia del coronavirus abbiamo dovuto rivedere le forme del saluto e in generale del contatto con gli altri.
In realtà non è cambiato tantissimo: al primo posto c’è sempre la cortesia e l’atteggiamento rispettoso. Se prima era determinato da un saluto congruo alla situazione, al ruolo e al destinatario, ora la vera cortesia è mantenere una distanza adeguata e rispettare le regole e le limitazioni della vita sociale e professionale. Il contatto fisico va evitato e quindi anche la stretta di mano, l’abbraccio o i bacini. Mantenere la distanza di un metro, anche da parte di un parente non è un gesto scorbutico ma un gesto gentile e rispettoso. Diventa importante utilizzare la mimica facciale, un sorriso sincero con contatto degli occhi accompagnato da una frase che spiega iI proprio comportamento, sostituiscono il contatto fisico.
Sconsiglierei saluti come quelli che si vedono fatti con i gomiti, non sono eleganti e i medici consigliano di utilizzare l’avambraccio per proteggere gli altri da eventuali starnuti o colpi di tosse. I piedi che si toccano può essere un’alternativa divertente tra amici. O anche l’inchino accennato. Nella vita professionale consiglio di concentrarsi sul contatto oculare e il linguaggio verbale. Anche se ormai tutti lo sanno, succede che in un momento di disattenzione, la mano la si porge in automatico.
Come reagire se il vostro interlocutore cerca contatto fisico? Una risposta professionale potrebbe essere: “Mi piacerebbe stringerle la mano, ma per evitare un possibile contagio, dobbiamo salutarci mantenendo la distanza fisica. Ci rifaremo quando sarà tutto passato.” Tra amici invece basta una frase più sciolta.